BANGKOK CHIAMA ITALIA

L’ESPERIENZA DI UNA STILISTA LAUREATA ALL’ACCADEMIA ITALIANA

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L’ESPERIENZA DI UNA STILISTA LAUREATA ALL’ACCADEMIA ITALIANA

Il meraviglioso mondo di Liliana Di Gennaro da qualche settimana fluttua nella miriade di colori pastello dell’azienda thailandese che l’ha scelta per uno stage. 

Fino al 18 settembre la stilista di origine napoletana, laureata nei banchi dell’Accademia Italiana di Firenze, darà saggio del suo estro ai vertici di “LME”, la grande azienda di Boonchai Kongpukpaisan, con sede a Bangkok, che produce e distribuisce brand internazionali. 

“Cercherò di mediare il gusto italiano con quello thailandese – spiega Liliana - in particolare assecondando le linee di “EP” ( uno dei marchi di LME) piuttosto commerciale e rivolto a un target giovane. In realtà – prosegue la stilista ventitreenne – loro amano moltissimo quei colori pastello, le rouches , i fiorellini, che noi in Italia associamo all’infanzia”. 

Uno stile insomma lezioso? “Si, molto femminile comunque, più vicino allo spirito francese che a quello italiano che è più sobrio. Per la minicollezione che sto preparando ho scelto il color menta e mi ispiro all’ironia di Moschino”. E gli accessori? “Amano i tacchi oltremodo, soprattutto quelli a spillo, e mai andrebbero in ufficio senza quei “ 5 cm” che li fa sembrare più alte. Quanto alle borse, preferiscono quelle piccole, il loro faro è “Miu Miu”. 

Liliana De Gennaro si è fatta notare da Fashion Tv in occasione della sfilata di fine anno al Teatro Obihall di Firenze, e ora dovrà proporre una nuova collezione estiva che la “EP” valuterà e probabilmente realizzerà. “Sono comunque elettrizzata da questa esperienza, che nulla ha a che vedere con la formazione accademica – dice – mi sembra di essere entrata in un film, in un mondo fatato, dove tutti corrono con le stoffe e i cartamodelli in mano”. Ma tu vieni dall’Italia, anzi da Firenze, lì dove è nata la Sala Bianca, ovvero il made in Italy.. “Si, sono curiosissimi di tutto quello che faccio io, soprattutto gli outfit, e poi mi osservano e mi subissano di domande sull’enogastronomia toscana.. Chi l’avrebbe detto!”