Kartell, una storia italiana in 400 pagine

La plastica, ovvero la grande intuizione di Giulio Castelli

Kartell, una storia italiana in 400 pagine

La plastica, ovvero la grande intuizione di Giulio Castelli

La plastica, ovvero la grande intuizione di Giulio Castelli, un ingegnere chimico, sognatore, che cominciò la propria attività producendo accessori per le auto e casalinghi fidandosi di un materiale economico e versatile, quale appunto è la plastica.

Erano gli anni ’60 e sospinto dal vento particolarmente positivo per il design, non fu difficile per il marchio Kartell  imporsi sul mercato internazionale anche se i prodotti, per lo più di arredamento, saranno totalmente prodotti in Italia.

La plastica sbarca dunque nell’arredamento e successivamente nell’oggettistica domestica, ma in un modo originalissimo, lavorata secondo i crismi e le tecnologie solitamente impiegate nell’industria. Una tecnica che stupisce subito il mercato già con la prima serie di sedute Maui di Magistretti, la sedia trasparente in soli due pezzi “La Marie”, le poltroncine “Eros” e la serie di sedie monopezzo a stampaggio rotazionale "Ghost" e “Bubble” di Starck, e ancora la libreria “Bookworm” di Ron Arad.

Diversi designer di fama internazionale affideranno all’azienda (oggi presieduta da Carlo Luti) il loro genio,  tra cui anche Antonio Citterio, Gae Aulenti e Piero Lissoni facendo guadagnare al brand, premi internazionali  prestigiosi come “Il compasso d’oro”, assegnato annualmente dall’Associazione per il disegno industriale.
E ora anche un libro: “Kartell. The culture of plastic”, un affascinante viaggio di parole e immagini nella storia dell’azienda leader nella produzione industriale di oggetti “poveri ma belli”. Un prestigioso volume di 400 pagine, a cura di Hans Werner Holzwarth, presentato la scorsa settimana con una festa evento nell’azienda di Noviglio, alla presenza del critico d'arte Philippe Daverio, il direttore di Vogue Italia Franca Sozzani, il critico d'arte Gillo Dorfles, Marlene Taschen, figlia del fondatore della casa editrice Benedikt, il designer Philippe Starck e Marie-Laure Jousset, capo della sezione design del Centre Pompidou a Parigi.