Una ricca raccolta di immagini, in tutto 75 stampe, con il titolo “A message for you”, dal 10 gennaio sbarca al Museo Alinari, accompagnata da un elegante catalogo a cura, come la mostra, di Shelly Verthime, pubblicato da Steidldangin (edizione inglese). Nata come una ricerca e divenuta poi una pubblicazione e una mostra, la rassegna raggruppa la produzione di Bourdin a partire dalla fine degli anni ’70, quando i suoi clic spiegano i mutamenti della società: la libertà sessuale, il capitalismo, gli eccessi del consumismo e il potere straripante dei media.
Predilige le riviste di moda, principalmente Vogue, sulle cui pagine patinate farà imperversare il suo genio “surrealista” e la sua adorata modella che conobbe diciassettenne, Nicolle Meyer. Renè Magritte, Balthus e in generale la corrente del surrealismo ispirerà Bourdin.
Il fotografo francese si era infatti formato nella Francia reazionaria del dopoguerra, confrontandosi da subito con una cultura condizionata da tabù e censure. “Guy Bourdin – commenta la curatrice del progetto Shelly Verthime - ha diretto un teatro delle contraddizioni, una mise en scène surreale, creando un immaginario tra l’assurdo e il sublime, un campionario visivo che non ha bisogno di spiegazioni e che richiede solamente di essere liberamente interpretato”. Insieme alle stampe la mostra evidenzia le campagne pubblicitarie realizzate per Charles Jourdan, il calendari Pentax e Versace, oltre a una collezione di immagini mai pubblicate provenienti dal suo archivio personale. L’eredità artistica di Guy Bourdin, a 18 anni dalla sua scomparsa, influenza ancora le nuove generazioni di fotografi formati nelle scuole di fotografie di tutto il mondo. Nel suo curriculum, Vogue France e Harper’s Bazaar su cui ha firmato molti servizi e campagne pubblicitarie, tra cui quelle per Versace, Gianfranco Ferrè, Ungaro, Lancetti e Roland Pierre.