Dice: “Si, è vero, per questo i miei programmi si evolvono costantemente in virtù del fatto che livello culturale e motivazionale dei “nuovi arrivi” si è alzato.
Oltre alla conoscenza dei tessuti, la sartoria, il disegno, la costruzione delle collezioni donna e uomo, fin dal primo semestre -spiega- agli allievi, viene illustrato come fare ricerca, in tutti i campi della creatività”.
Qual è il vantaggio per gli studenti?
“Così facendo i futuri designer potranno costruire un loro privato data-base che ispirerà le loro collezioni e li aiuterà a capire l’importanza di “fare moda” con un apprezzabile background culturale.
La moda stessa va considerata come dialogante con gli altri campi della creazione e dell’arte”. E poi, nel II semestre?
“Gli studenti esprimono i risultati delle loro ricerche su sketchbook e presentazioni dei lavori in corso.
Oltre a questo, sviluppano tre collezioni seguendo l’iter tradizionale adottato dagli studi stilistici.
Se il terzo e quarto semestre serve ai laureandi per consolidare la loro formazione di ricercatori e creatori di moda, è nell’ultimo anno che emerge ogni aspetto delle loro capacità tessili, sartoriali, di comunicazione e sperimentazione, nella sfilata di fine percorso accademico”.